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Percorsi In bicicletta

A7 Foce Ombrone in bici

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Dettagli Percorso

Profilo altimetrico

Intero: € 5,00 (non include il noleggio della bicicletta) - Ridotto: € 2,00 (ragazzi dai 6 ai 14 anni, gruppi con 20 paganti minimo*, studenti max 25 anni)

Gratuito per i bambini fino a 6 anni e per i residenti nei Comuni della Comunità del Parco.

Il percorso è acquistabile sia online (minimo 24 ore prima della data prevista per l'escursione) sia al centro visite di Alberese.

Il percorso

Il percorso comincia dalla strada per Marina di Alberese, circa 200 metri prima dell’arrivo, a un incrocio. Qui parte un magnifico rettilineo, stretto fra due ali di vegetazione, in un pezzo di pineta aperto da vasti squarci già invasi dalla macchia mediterranea. Presto la vista si apre da entrambi i lati sulla pianura, e in alto verso un cielo immenso. È un paesaggio dai colori forti fatto di erbe e cespugli bassi, sul quale l’occhio spazia fino ai colli sopra Castiglione della Pescaia. Nelle stagioni umide la pianura si riempie di ristagni d’acqua dolce, i “chiari”, molto frequentati dagli uccelli ma che si seccano all’arrivo dell’estate. Così doveva apparire quasi tutta la costa maremmana di un tempo. Qui si incontrano spesso le vacche maremmane, e sembra davvero di essere dentro un quadro dei Macchiaioli.

L’arrivo a Bocca d’Ombrone, preannunciato da lontano dalla torretta del Casello idraulico, è spettacolare. Qui il fiume e il mare si incontrano, e si combatte un duello che dura da tremila anni. Affacciandosi sull’acqua, si può assistere infatti alla geologia “in diretta”. Soprattutto quando la marea si sta ritirando, l’acqua limacciosa dell’Ombrone, più chiara, si allunga verso il mare aperto, dove i sedimenti che trasporta in sospensione saranno distribuiti sulle spiagge dalle correnti costiere. Tutta la pianura intorno si è formata così, per deposizione dei sedimenti del fiume. Quando i rilievi dell’interno venivano disboscati, l’erosione dei versanti portava più sedimenti e la pianura avanzava, mentre quando l’entroterra tornava a coprirsi di boschi, era il mare a riprendersi lo spazio che era stato suo. Così sta avvenendo anche adesso e qui, fra opere di difesa idraulica e argini crollati, si può vedere e toccare con mano tutta la precarietà di questa terra contesa.

Dietro il Casello, un breve sentiero porta al capanno per il birdwatching, in uno dei luoghi preferiti dai fotografi naturalisti che frequentano il Parco della Maremma. Tornati indietro si prosegue verso il mare, sopra una bassa prateria un po’ verde e un po’ rosa di salicornia e limonio, piante che tollerano il sale.

Quando si arriva al mare e la strada gira verso sud correndo su una massicciata qualche metro sopra la pianura, il panorama si apre di nuovo, questa volta sull’isola del Giglio, su Monte Argentario, e su quasi l’intera catena dell’Uccellina. Al tramonto, questa è una delle passeggiate più spettacolari che si possano fare nel Parco.

A mano a mano che ci si allontana da Bocca d’Ombrone la prateria acquitrinosa comincia a cedere il posto alla pineta, dove  si entra passando su un ponticello di legno per prendere uno stradello molto comodo che raggiunge la strada a un passo da Marina di Alberese.

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