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Intero: € 10,00 - Ridotto: € 5,00 (ragazzi dai 6 ai 14 anni, gruppi con 20 paganti minimo*, studenti max 25 anni) L’itinerario è fruibile solo con guida e sarà effettuato con un minimo di 10 persone. Per prenotare rivolgersi al Centro Visite di Alberese ai numeri 0564 393238 / 0564 407098 dalle 9:00 alle 13:00 oppure scrivere a booking@parco-maremma.it
Il percorso
Si sale dalle rovine di due grandi cisterne romane per una macchia alta di lecci, lungo un antico percorso doganale, fino a raggiungere il Semaforo, un vecchio punto di avvistamento militare. Da qui si gode un primo magnifico panorama sulla costa rocciosa del Parco, dalla Torre di Capo d’Uomo, alle porte di Talamone, in su. Il sentiero prosegue sulla cresta, in una macchia bassa mista e gariga, con vedute sia sul mare sia sull’entroterra, fino al secondo punto panoramico di Punta del Corvo.
Da qui in realtà il panorama è quasi continuo, perché si comincia scendere lentamente lungo costa, su un comodo sentiero che corre alto sul mare, in un alternarsi di gariga bassa e tratti di macchia di leccio più alta. Lo sguardo spazia sul Tirreno, sull’Argentario, l’isola del Giglio e l’Elba, e quando il cielo è limpido anche su Montecristo e sulla lontana Corsica. L’unica compagnia visibile è quella dei gabbiani che pattugliano la costa.
Si continua a scendere, e da Poggio Tondo il sentiero si immerge in un bosco di lecci d’alto fusto, per un’ultima discesa un po’ più ripida verso il Fosso della Campana e la Torre delle Cannelle (proprietà privata, non visitabile). L’arrivo al mare è su un antico approdo, forse degli etruschi. Sullo scoglio piatto che si protende nel mare, il cui livello era all’epoca più basso, si trovano ancora tracce dell’attività di un forno per la fusione dei minerali ferrosi portati qui dall’isola d’Elba.
Si riparte per una salita dentro una bella lecceta d’alto fusto, ripida ma non lunga, fino all’Apparita, uno slargo sommitale dove la vista spazia questa volta verso l’interno, fino al monte Amiata. Da qui, praticamente in piano, si torna verso sud su un piacevolissimo sentiero che attraversa prima una macchia alta e poi una più bassa, con scorci che si aprono ora verso l’interno, ora verso il mare. Si passa per un ultimo punto panoramico sulla cima della cresta, con tanto di piccola altana di legno da dove si vede un buon terzo della costa della Toscana, da Ansedonia al promontorio di Piombino, poi giù su un bel sentiero affacciato sulla piana che precede Talamone, e si torna alle Cisterne romane.
Non ci si deve stupire se lungo questo itinerario si incontrano tratti di bosco tagliato. Si tratta di prelievi di legna da ardere sostenibili e autorizzati dal Parco. Hanno infatti lo scopo di garantire la diversificazione della copertura forestale e quindi il mantenimento della biodiversità, ma anche di conservare un paesaggio ereditato da millenni di storia.
Non ci si deve stupire se lungo questo itinerario si incontrano tratti di bosco tagliato. Si tratta di prelievi di legna da ardere sostenibili e autorizzati dal Parco. Hanno infatti lo scopo di garantire la diversificazione della copertura forestale e quindi il mantenimento della biodiversità, ma anche di conservare un paesaggio ereditato da millenni di storia.