Questa volta è una delle riviste internazionali più prestigiose e più diffuse, il National Geographic, a definire la spiaggia del Parco della Maremma come la migliore spiaggia italiana per i suoi caratteri naturali. Una notizia che non possiamo che accogliere con enorme favore: è un grande orgoglio e non lo nascondiamo, tuttavia non ne siamo neanche eccessivamente sorpresi.
La grande bellezza della natura del nostro litorale è uno dei pilastri sui quali è stato costruito il Parco della Maremma e per il quale ha senso parlare di conservazione. Meno scontato è leggere da un osservatore qualificato come il National Geographic che proprio questa conservazione – vista spesso come un pesante fardello di regole e divieti – è un elemento di grande competitività internazionale che può tradursi, tra l’altro, in importanti vantaggi economici.
Anni di lavoro che trovano un giusto riconoscimento e coronamento in questa classifica, che consideriamo non solo un insieme di numeri e posizioni, ma anche uno spunto sostanziale per orientare le prossime attività di promozione e pianificazione. Una “sorpresa che non ci sorprende”, in effetti, perché la spiaggia di Marina di Alberese, e ancor più quella di Collelungo, sono di fatto le uniche spiagge incontaminate che si incontrano lungo il litorale tirrenico.
Questa classifica, nel premiare la spiaggia del Parco della Maremma, mette infatti in evidenza il suo valore unico, che ci piace definire della “wilderness“, della dimensione selvaggia, così lontana dall’immaginario stereotipato, omologato e consumato delle spiagge italiane: luoghi sempre più privati, sempre più affollati, sempre più costosi, sempre più costruiti.
Di contro l’articolo del National Geographic descrive bene quella che è la nostra dimensione:
“(…) se preferite qualcosa di più selvaggio, dovete spostarvi nel sud della Maremma toscana, al confine con il Lazio. Qui, nel Parco regionale della Maremma, si può guidare e pedalare in bicicletta percorrendo viali alberati e campi dove pascolano le vacche, per poi trovare una lingua di sabbia lunga ben quattro chilometri. Non ci sono spiagge attrezzate in concessione, ma si può improvvisare un riparo (le capanne di tronchi, ndR) e godere di una brezza favolosa. La spiaggia non sarà tutta per voi, ma dovrete condividerla con le piccole volpi semi-addomesticate che vagano per il bosco retrostante e che si aggirano in spiaggia all’ora del tramonto.”
Questo racconto di naturale e quotidiano stupore ci restituisce un’immagine di purezza e di rispetto per l’ambiente quasi sacro: è il racconto perfetto di avventurosa e indisturbata libertà. Un’immagine che corrisponde esattamente anche a quello che vogliamo per il futuro del Parco: un’area in cui i visitatori desiderino arrivare (e ritornare) per riempirsi occhi e cuore di meraviglia e di un “lusso naturale” alla portata davvero di tutti.
Qui l’articolo originale del National Geographic https://www.nationalgeographic.co.uk/travel/2022/08/12-of-the-best-beaches-in-italy